Concerto multimediale "Per la Fine dei Tempi" - Associazione Massimo Freccia

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Concerto multimediale "Per la Fine dei Tempi"

Associazione > XII Stagione 2022
NUOVI SUONI PER UN NUOVO MONDO
Al termine del Concerto multimediale “Per la Fine dei Tempi”, video e regia di Massimo Bacci,
ho  sentito la rara sensazione di non voler abbandonare la sala e il  bisogno stringente di tornare a rivederlo, tante erano le suggestioni  delle immagini, la potenza della musica, l’eccellenza dei riferimenti e  la forza della rappresentazione.
“Chi  è degno di aprire il libro e di sciogliere i sigilli?” è scritto in un  passo dell’Apocalisse di Giovanni (5,1-8,1). Tante erano infatti le mie  domande e riflessioni suscitate dallo spettacolo. Vorticavano i  pensieri, rincorrendo l’eco delle musiche dei “Quatour pour la Fin du  Temps” di Olivier Messiaen mirabilmente fuse con la magnificenza dei  colori delle xilografie di Albrecht Dürer che illustrano l’Apocalisse.  “Chi ha orecchi per udire oda”, scrive Luca nella Bibbia (8.8-10) ed  ancora: “Udrete con i vostri orecchi e non comprenderete; guarderete con  i vostri occhi e non vedrete”.
Ma  al di là di ciò che intendeva Luca, nonostante anche oggi il cuore del  pubblico spesso sia insensibile, assistendo allo spettacolo di Bacci  anche i duri d’orecchio sentiranno palpitare il loro cuore. Danzano le  note, cantano le immagini in un arcobaleno di forme e colori, in una  vertigine melodica maestosa e solenne. Uno spettacolo dirompente per  ampiezza, grandiosità ed impeto tragico. Colori, forme e note viaggiano  nell’eternità del tempo attraverso i quadri di Dürer e di Pier Augusto  Breccia accompagnati dal violino di Bacci, il clarinetto, il  violoncello, il pianoforte e il flauto dei giovani musicisti.
Un  viaggio celeste e profetico sotto la guida degli angeli attraverso la  terra e le forze segrete della natura, allegorie e visioni  interiorizzate che penetrano direttamente nella coscienza. Sono tante le  allusioni del percorso video-pittorico alla nostra storia e alla realtà  odierna: i lager, il filo spinato, la natura che rinasce con la sua  forza segreta, i pettirossi, i campi, gli alberi, la luce e le tenebre,  il cielo e la terra, le stelle del cielo che cadono sulla terra, la  donna rivestita di sole, gli angeli che combattono con il dragone, le  spade di fuoco, l’agnello sul monte Sion, la donna vestita di porpora e  scarlatto, l’angelo che ha in mano la chiave dell’abisso e soprattutto  l’immagine dominante dei sette candelabri d’oro.
Ed  è proprio con il pensiero rivolto a questa xilografia di Dürer in cui  la figura energica e possente di Cristo ha nella mano destra sette  stelle, contornato da sette candelabri d’oro che simboleggiano le sette  chiese d’Oriente (Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e  Zaodicea), mentre dalla sua bocca fuoriesce una spada affilata a doppio  taglio e il volto splende come il sole, che continuo a ripercorrere le  tante emozioni di questo straordinario itinerario multimediale nel tempo  e nella storia, nell’arte e nella musica, nelle immagini e nella parola  poetica attraverso la voce recitante di Agostino De Angelis, calda,  controllata e appassionata.
E  mi chiedo mentre ad est sibila di nuovo un vento di guerra, che ne è  oggi delle sette chiese d’Oriente? Di cosa siamo inconsapevolmente  spettatori? La fine dei tempi che abbiamo appena visto assume il  significato di un grande monito per l’epoca presente, per gli  avvenimenti che devono ancora verificarsi e come insegna l’Apocalisse,  il veggente contempla le due bestie e la funesta attività  dell’anticristo che precede il ritorno di Cristo e il rinnovamento del  mondo.
Continuano a  scorrere sotto i nostri occhi i paesaggi urbani, gli spazi, gli edifici,  le stade, le piazze e le figure umane dei quadri del cardiochirurgo,  pittore e filosofo Pier Augusto Breccia, ci trascinano dentro  l’inquadratura come illusioni ottiche o spazi cosmici creando una  dimensione che sembra realizzare le intenzioni dell’artista di “città  inesistenti che abitano dentro di noi”, “Meditazioni visuali”, “Monologo  corale”, “forme concrete dell’inesistente”.
Sì, l’evento di Ladispoli ci trascina dentro un “Monologo corale” realizzando appieno anche le “Architetture del Logos”.
“E  io presi il libro dalla mano dell’angelo e lo inghiottii (10,-15,8-10),  il libro sigillato come è scritto nell’Apocalisse, è consegnato  all’agnello perché lo apra. Luci e tenebra, l’Alfa e l’Omega, in attesa  di poter rivedere lo spettacolo continuo a chiedermi: perché quei libri  si aprono in cielo e vengono inghiottiti?
Congratulandomi  con gli artisti e gli organizzatori invio il sentito augurio che si  verifichino presto molte, altre possibilità per assistere di nuovo ad un  evento non solo coinvolgente ma di alto valore culturale, pregevole e  importante in un momento storico come il nostro".
Isabella Vincentini  (saggista-critico letterario)
VIDEO Sesto Tempo
Una memoria di notevole intensità sulla musica composta in un lager tedesco  nel 1941 da un internato. Non mi sento di chiamarlo spettacolo. È una  grande riflessione su come può diventare "l'uomo" nella sua follia di potenza. E non è la prima volta. Accadrà ancora? Temo di sì, e sta  accadendo. Abbiamo eccidi in ogni parte del mondo.  Ma....rammentarlo è  doveroso.
RAFFAELE BEVILACQUA (Presidente AGIMUS)
STAMPA
STAMPA
“Dopo  aver assistito a Ladispoli allo spettacolo multimediale Per la Fine dei  Tempi  organizzato dal Maestro Massimo Bacci presidente  dell'Associazione Massimo Freccia, sento il dovere di scrivere alcune  mie personali riflessioni.
E  le scrivo, non avendo particolari competenze musicali, ma per  comunicare le emozioni che ho provato durante questo spettacolo,  assolutamente coinvolgente e innovativo nella sua organizzazione. Chi ha  avuto la fortuna di assistere allo spettacolo, si è trovato a vivere  un'esperienza totalmente immersiva tra musica, parole e immagini, che,  in un'alchemia perfetta definivano un cosmo in cui tutti erano invitati  ad entrare.
Se al centro  dell'evento era senza dubbio la musica potente e al contempo struggente  di Messiaen, e nello specifico composta in un campo di concentramento,  la selezione dei brani letterari che accompagnavano l'esecuzione  musicale tra excursus poetici, pagine del diario di Messiaen stesso e  passi dell'Apocalisse di San Giovanni, mirabilmente interpretati  dall'attore Agostino De Angelis, ha accompagnato il pubblico, come fosse  un libretto d'opera, in questo percorso che, se da un lato, fissa nella  memoria di ciascuno di noi il dramma delle persecuzioni naziste,  d'altra parte crea una relazione emotivamente forte  tra questa tragedia  senza pari e la visione apocalittica della fine dei tempi.
Ma  la forza emotiva che questo evento è stato in grado di comunicare a noi  spettatori ha trovato uno dei suoi riferimenti fondanti nella  proiezione delle immagini dei quadri realizzati negli anni dal pittore  Pier Augusto Breccia e pensati appositamente, come ci è stato detto, per  accompagnare quest'opera di Messiaen: quadri di rara intensità  spirituale, in grado di guidare ciascuno dei presenti ad una riflessione  sulla propria spiritualità. E le immagini, ancor più delle parole,  perchè più immediate, sono in grado di emozionare chi le guarda in  continuità con una tradizione che da Giotto in poi ha costituito un  presupposto essenziale per comunicare messaggi spirituali, per unire le  comunità intorno a valori condivisi e, in senso più ampio, per "educare"  alla ricerca della bellezza. E le opere di Pier Augusto Breccia  rappresentano senza dubbio un inno ad una bellezza senza tempo, ad uno  sguardo che dal nostro io si proietta verso una spiritualità infinita da  vivere insieme come popolo, per aprirsi ad una speranza in grado anche  di superare le tragedie più terribili.
In  estrema sintesi questo evento, oltre che estremamente innovativo nella  sua ideazione e realizzazione, si connota come una manifestazione  culturale di assoluto rilievo, che, aspetto piuttosto raro, raggiunge  un'integrazione perfetta tra le diverse manifestazioni artistiche in  grado di coinvolgere ed emozionare con una forza mirabile. L'auspicio  che questo evento possa ripetersi in altre sedi per coinvolgere altri  cittadini, altre comunità in questo percorso fondamentale di  trasmissione di memoria e di condivisione di spiritualità e di  bellezza”.
Marcello Tagliente  (archeologo e poeta)
VIDEO Canale 10
STAMPA
L'  emozione che sconvolge è un emozione. Dona una riflessione, va oltre la  sua immediata percezione, oltrepassa il tempo  nella quale si è provata  per la prima volta. È quella sensazione che non lascia il pensiero  neanche quando hai abbandonato la sala dove hai assistito a questo  concerto multimediale diretto dal Maestro Massimo Bacci.
Armonia. È la prima parola alla quale mi affido per descrivere uno spettacolo  che tocca immediato le corde dell'animo. Laddove armonia è parola  difficile da pronunciare quando il contesto della sua prima creazione  rinvii a quei luoghi che, con estrema precisione l'evento ha ricordato. Eppure, quei suoni, forti e dirompenti, animosi fulmini che sapienti  si abbattono su corde, tasti, bacchette e soffi di strumenti stordiscono  chi, inevitabilmente catturato, ascolta potenti parole, letture di una  voce che scuote con forza l'indifferenza. E guarda, lo spettatore, le  immagini di uno schermo sul quale transitano immagini di opere  dell'inevitabile forte impatto espressivo: l'arte visiva dal Dürer a  Breccia. È il rapimento che continua, quello dei sensi che, coinvolti e  turbati, si affidano alla gestualità energica e pur leggera, dirompente  eppur avvolgente delle suggestioni coreografiche del performer che  conduce i suoi passi sicuri tra suoni, immagini, parole e opere.  All'arte visiva, colori di un dipinto che suggerisce un contrasto, energia di una scultura che parla alla dualità,  immagini e foto che  riconducono alla realtà, l 'arduo compito di cingere uno spazio che in  quel momento non ha più confini. Ed ecco che allora l'armonia di un  ensemble porta all"affermazione ultima di quel valore imprescindibile  dell'essere vivente: la dignità. Sullo sfondo ciò che l'ha calpestata, o  meglio ha tentato di farlo, ciò che ha dato vita a tutto questo, ciò  che non può sfuggire a quello che per tutti sarà, ciò che penetra queste  note nella loro imprescindibile realtà. Perche' una scarpa lucida,  retaggio di un' originale appartenenza, un filo spinato, triste rinvio  di una viva memoria, il gesto improvviso di una mano che indica  l'individuo, perché tutto questo, li', ora, è ciò che coinvolge e  ricorda è ciò che afferma un ultimo, inevitabile, compimento.
Il  buio è finito. Otto movimenti hanno condotto verso la luce. Una luce che  stordisce e risveglia, la luce che dirompe e ricorda.È la luce che  contempla la potenza di braccia che tendono verso cielo. È una luce che,  nella sua ultima, infiammata decisione, illumina il volto  dell'individuo che ormai guarda, rapito, verso il cielo.
ALESSIA LATINI (giornalista-saggista)
Photo di VALERIO FACCINI
"Mi  e' apparso uno spettacolo straordinario, in cui si evidenziava una fine  dei tempi descritta con musica immagini e danza integrate e congruenti.  L'ossessione e il cammino dell'uomo nel confine tra salvezza e inferno  mi ha colpito. Le immagini davano l'idea di una realta' vista attraverso  una lente che ne deformava i contorni e a volte li ingrandiva  contribuendo appunto allo stato dell'uomo in balia di una storia che  assume troppo spesso le sembianze  appunto "deformate"e assurde della  fine dei tempi . La voce  narrante e la musica richiamano comunque di  per se' all'idea della resistenza dello spirito pure negli abissi del  campo di concentramento. O. Messien che compone dentro un lager nazista  attinge alla capacita' spirituale umana di guardare alla storia  conservando la sua eternita' cioe' il suo essere fuori dal tempo. Ecco  qui, il concerto trasmette  l'andare oltre dell'essere umano, nei  momenti cardine dell'esistenza la vita, la morte, la visione di Dio".
FABIO ANDREOTTI (Tenore)
Una  rappresentazione di grandissimo impatto emotivo: le musiche, le  immagini, la plasticita' dei movimenti del corpo sulla scena.
Si  viene trascinati nel dolore del male inconcepibile, ci si sente  partecipi della sofferenza dell' anima e del corpo per poi salire verso  la luce e verso una ritrovata serenita'. Una lettura dell'Apocalisse  proiettata verso la Luce assoluta.
Con  la regia del Maestro Massimo Bacci tutti gli artisti hanno realizzato  una performance di altissimo livello, degna assolutamente del messaggio  di Olivier Messiaen.
Grazie!  Vorrei far notare che il risultato di quest'opera realizzata da Bacci  in forma multimediale, davvero trascendentale dal punto di vista  tecnico/compositivo, è stato realizzato da un Medi@ensemble Massimo  Freccia con all'interno due giovani concertisti  frutto del grande  progetto musicale, imperniato sui giovani, fortemente voluto dal  grandissimo direttore Massimo Freccia e da sua moglie Nena Azpiazu sul  nostro territorio da due decenni.
CRESCENZO PALIOTTA (medico-scrittore-già sindaco di Ladispoli)
"19 febbraio 2022, giorno epico per la piccola Ladispoli.
Il Medi@ensemble Massimo Freccia  diretto dal Maestro Massimo Bacci ha presentato “Per la fine dei tempi”, dello stesso Bacci.
Enorme  lavoro multimediale sul "Quatour pur la Fin di Temps", composizione da  camera di Olivier Messiaen, composto tra la fine del 1940 e i primi  giorni del 1941 nel campo di concentramento di Görlitz.
Note  che appaiono slegate da ogni contesto ma che si avvolgono l’un l’altra a  formare un quadro che ricorda Guernica di Pablo Picasso.
Sangue innocente che gronda da ogni aspetto del difficile lavoro elaborato come meglio forse non si poteva.
Ma  c’è di più. Le dissonanze al limite del rumore portano con sé qualcosa  di impalpabile che si materializza nella speranza che la civiltà non  subisca gli orrori della guerra propri dell’orrenda inciviltà.
Tutto  questo si percepisce come si trattasse di una nuvola che ora si forma,  poi cambia aspetto, evolve, assume aspetti diversi e poi svanisce  lasciando il cielo limpido dipinto di un azzurro intriso di vita".
LAURA MASIELLI (scrittrice e autrice teatrale)
Photo di ANDREA BACCI
La  settimana scorsa ho avuto la fortuna di partecipare a questo magnifico  concerto multimediale dalla forte carica emotiva. Grazie al direttore  dell' Orchestra giovanile Massimo Freccia Orchestra, Massimo Bacci: rappresentate un'eccellenza per il nostro territorio.
Inoltre, ho apprezzato la voce recitante di Agostino De Angelis,  la coreografia dii Giacomo Calabrese, le suggestioni pittoriche di  Sergio Bonafaccia, le sculture di Mirko Mauro, le suggestioni  fotografiche di Emilio Itri.
Un’esperienza profonda che può essere letta sotto diversi punti di vista.
Quatuor  affronta chiaramente come centrale il problema del tempo, oggetto di  discussione della mia tesi di laurea (H. Bergson è uno dei autori da me  analizzato e ritorna in questa chiave di lettura filosofica).
Basandosi  sulla concezione di tempo in San Tommaso d’Aquino e Henri Bergson,  Messiaen parte dalla distinzione tra eternità - sincronica, simultanea,  immobile - e tempo che si distingue invece in momenti diacronici, un  prima e un dopo. “Il tempo umano (che è quindi estraneo all’eternità cui  il credente aspira) giace e scorre sulla superficie dell’immoto; il  singolo credente, così come l’intera Umanità, torna all’eternità  rispettivamente con la fine del proprio tempo e con la fine del Tempo.”
"Quatuor  pour la fin du Temps" rappresenta un capolavoro della musica da camera,  uno dei lavori più degni di nota del periodo della Seconda Guerra  Mondiale e “testimonia come la musica sia vitale anche nelle circostanze  più catastrofiche del genere umano”.
Complimenti a tutti: i talenti devono essere valorizzati e la crescita culturale è fondamentale per il benessere della comunità.
SILVIA MARONGIU
Bellissimo concerto, molto sentito e coinvolgente; si percepivano le silenziose urla di dolore, si potevano quasi toccare con mano le atroci, indicibili sofferenze dei deportati, e tramite la mediazione dei suoni quasi si toccavano quei poveri corpi denutriti e dileggiati, ormai privi di vita.
Estremamente suggestive quanto appropriate le proiezioni dei quadri che, se mai ce ne fosse stato bisogno, hanno intensificato le dolorose immagini di un passato che non vorremmo fosse stato e non vogliamo che sarà di nuovo. Ma, come se non bastasse, c’è stata anche la Poesia e la Danza a rendere il tutto più intenso e interessante. I musicisti si sono immersi a piene note in questo vortice artistico, aiutando il pubblico a meditare.
ALESSANDRO BORGHI  (musicista-scrittore)
Grazie  Massimo Bacci, sempre attento e vigile ad ogni aspetto della creazione  artistica, così lungimirante hai proposto, eseguito e curato il  capolavoro di Messiaen in questo periodo di tensione internazionale che  ricorda a tutti la brutalità di qualsiasi guerra. La tua preziosa  attività di violinista, insegnante, direttore d’orchestra, arrangiatore,  elaboratore, regista, organizzatore è un esempio per tutti. La passione  e la determinazione con cui affronti ogni fatica porta la grande Musica  alla conoscenza di una platea sempre più ampia. Grazie per il tuo  impegno e la tua dedizione!
PIERFRANCESCO BATTISTELLA (violinista-direttore)
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